Ai molti strumenti di facilitazione e partecipazione più conosciuti e, in certi casi, codificati (e praticati dagli esperti di FacilitAmbiente), si affiancano da qualche tempo pratiche che assommano competenze facilitative e di partecipazione ad altre di natura più tecnico giuridica. E’ il caso dei Conscious Contract®, uno strumento che pone alla base la costruzione di un consenso condiviso tra le parti di un contratto. Per sapere di più abbiamo intervistato Mariaclaudia Perego, avvocato ed practitioner in questo ambito.
1) Che cos’è un Conscious Contract ® e a cosa serve?
I Conscious Contract® sono un processo euristico ed empirico di scoperta dell’accordo che permette alle parti di creare un documento il cui contenuto rispecchi pienamente la loro il loro intento e il loro sistema valoriale. Tutto ciò permette alle persone coinvolte di co-creare uno strumento sostenibile per tutti i soggetti.
Il sistema dei Conscious Contract® mette al centro la cura della relazione tra le persone e parte dalla consapevolezza che siamo tutti esseri umani e che viviamo in un mondo fatto di relazioni, preservare la qualità delle relazioni significa, molto semplicemente, maggior benessere per tutti.
Le nuove istanze sociali che chiedono, con forza, un impatto maggiormente sostenibile dell’essere umano, in qualsiasi attività, ha posto l’esigenza di dare vita a nuovi strumenti che, in qualche modo, vadano incontro a queste richieste. I Conscious Contract® nascono come risposta a questa istanza.
I Conscious Contract© danno la possibilità alle persone di conoscersi, di allineare i propri valori, di elaborare insieme un sistema operativo adatto alle esigenze di tutti, di creare un sistema di gestione delle criticità adatto alle loro peculiarità ed esigenze.
Questo processo di facilitazione dell’accordo può essere utilizzato in quasi tutti i settori, perché seppur fedele ai suoi elementi essenziali può essere utilizzato con molto flessibilità.
2) Quali sono i vantaggi di questo strumento?
Come ho accennato il cuore di un Conscious Contract® è quello di preservare tra le persone la relazione anche quando “il business” è terminato, questo si traduce in un immeditato beneficio sia a livello personale che a livello sociale.
Questo processo permette a tutti i soggetti coinvolti di conoscersi e scoprirsi prima di aver sottoscritto l’accordo e questo è un indubbio vantaggio; conoscersi significa anche prendere consapevolezza di chi sono le persone con cui vogliamo stringere un accordo, quale è la loro visione del mondo e come questo progetto si incardina in questa visione, è possibile comprendere se i nostri sistemi valoriali di riferimento siano o meno allineabili e/o compatibili, quali sono i loro limiti e far conoscere a loro quali sono i nostri.
L’emergere di difficoltà e criticità durante il processo è forse il vantaggio più evidente, i passaggi fondamentali di un Conscious Contract® permettono alle persone di “scontrarsi” e confrontarsi su temi fondamentali prima della sottoscrizione dell’accordo, questi passaggi spesso servono a testare concretamente la compatibilità tra le parti.
3) Chi sono i principali utilizzatori?
I Conscious Contract® si rivolgono a chiunque abbia voglia di mettersi in gioco su più livelli per scoprire le potenzialità di un percorso di co-creazione dell’accordo.
È un sistema che può essere applicato alle più disparate situazioni dagli accordi di rete tra professioni ai patti parasociali, dalla gestione dei passaggi generazionali alle separazioni, dagli accordi di convivenza alle Comunità Energetiche Rinnovabili.
4) Mettere in pratica tutto questo non sembra facile. In che modo acquisire le competenze necessarie?
Per diventare Conscious contract® practitioner è necessario affrontare un percorso di formazione, sia professionale che personale, per acquisire la tecnica ma anche la sensibilità necessaria.
Il percorso si divide in tre livelli, necessariamente uno successivo all’altro: un corso base di formazione alle tecniche e al mondo dell’Integrative Law, un corso di primo livello di avvicinamento ai Conscious Contract® , un corso avanzato sui Conscious Contract® che può portare alla certificazione nel metodo, o a un periodo di mentoring personalizzato per poi ottenere la certificazione (questa è una variabile che viene decisa la trainer che presenta il professionista alla commissione di valutazione per la certificazione).
È un percorso lungo e di grande cambiamento interiore oltre che professionale, vuol dire ribaltare la nostra attuale concezione di cosa sia un contratto e di come dargli forma.
Invece essere una parte protagonista di un Conscious Contract® è una grande sfida, non è semplice, perché è proprio durante il processo di ricerca dell’accordo che possono emergere tutte quelle criticità e difficoltà che, qualora dovessero emergere nella fase esecutiva dell’accordo e, quindi dopo la sua sottoscrizione, potrebbero minare la sopravvivenza dell’accordo stesso. Le parti di un Conscious Contract® devono essere disposte a mettersi in gioco personalmente anche quando rappresentano una società, una istituzione, o qualsivoglia tipo di organismo.
5) Puoi farci un esempio concreto per capire meglio il funzionamento?
Attraversare un processo di elaborazione di un Conscious Contract® è complesso perché è proprio durante il processo di ricerca dell’accordo che, come ho detto in precedenza, possono emergere tutte quelle criticità e difficoltà che, qualora dovessero evidenziarsi nella fase esecutiva dell’accordo e, quindi dopo la sua sottoscrizione, potrebbero minare la sopravvivenza dell’accordo stesso.
Di recente ho avuto l’occasione iniziare a utilizzare lo strumento dei Conscious Contract® per progettare una CER, una comunità energetica rinnovabile. La peculiarità di questo tipo di comunità è quella di avere al suo centro l’idea di prosumer, cioè di un produttore di energia da fonti rinnovabili che sia allo stesso tempo anche fruitore di quanto produce, un perfetto di esempio di economia circolare.
Lo strumento dei Conscious Contract® è uno strumento perfetto per creare basi solide per ogni comunità che abbia tra i suoi intenti quello di una maggiore sostenibilità ambientale e così ho colto con entusiasmo questa possibilità.
Quando si da vita a una comunità si tesse un intreccio di relazioni, potete immaginare il processo di creazione di un Conscious Contract® come il telaio, cioè la struttura che permette alle parti di tessere la loro tela.
Nell’ambito della creazione di un soggetto comunitario come una CER permette prima di tutto ai soggetti interessati di sedersi a un tavolo paritetico, poiché l’obbiettivo è un contratto di diritto privato.
Quindi se pensiamo a una CER che coinvolge una azienda, il comune e tre persone fisiche, i 5 soggetti lavoreranno sullo stesso piano; in questo caso il passaggio più delicato è quello della elaborazione di un sistema valoriale condiviso e diffuso, ma con un po’ di pazienza, e l’aiuto di un valido team di supporto, si possono superare tutte le asperità che porta con sé il lavoro con un ente pubblico.
Un altro esempio concreto è il Conscious Contract® la cui sottoscrizione abbiamo celebrato qualche settimana fa in Università a Verona. Le parti sono due enti veronesi: Neg2Med e Rete Verso; il contratto è stato creato nell’ambito del primo corso avanzato sui Conscious Contract® da un gruppo di colleghe tirocinanti: Patrizia Godino, Federica Amici e Lucia Vesentini, il mio ruolo era quello di trainer supervisore.
L’accordo ha ad oggetto la collaborazione tra Neg2Med e Rete Verso volta a produrre un cambiamento dei paradigmi culturali legati alla gestione del conflitto e di promuovere nuove modalità per la prevenzione e la risoluzione pacifica e nonviolenta dello stesso per la diffusione di una cultura della sostenibilità. Lavorare con due enti non è stato semplice perché le persone che le rappresentavano dovevano poi riferire il lavoro fatto agli organi preposti e questo ha allungato un po’ i tempi e, forse, i rappresentanti hanno dovuto affrontare qualche difficoltà interna. Ma la celebrazione della sua conclusione in un’aula universitaria ha ricompensato gli sforzi di tutti.