Il convegno “Mediazione e Facilitazione: nuove prospettive per la tutela dell’ambiente” si è tenuto lo scorso 18 giugno ed è stato organizzato da Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con Camera Arbitrale di Milano. Durante l’incontro sono emerse molte proposte interessanti, sia per gli addetti ai lavori che per la collettività.
Il Convegno
Nel corso del confronto, i relatori hanno evidenziato l’importanza di favorire il dialogo tra i soggetti coinvolti in interventi che impattano sul territorio. Attraverso strumenti come la mediazione e la facilitazione è quindi possibile tutelare meglio l’ambiente, ad esempio durante l’esecuzione di opere infrastrutturali.
Gli interventi teorici
Per Alessandra Stefani, Direttrice Generale MASAF, l’ambiente si pone come un bene da tutelare tanto in sé quanto per i benefici che apporta alla collettività, come riconosciuto dalla Legge n.1/2022. Questa riforma ha inserito all’art.9 della Costituzione la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, nel rispetto della collettività presente ma anche per la protezione dei diritti delle generazioni future. Per garantire una simile tutela è necessario favorire un dialogo costante e costruttivo tra i vari attori coinvolti.
Un altro rilevante principio, espresso nell’art.41 della Costituzione, ha affermato che l’iniziativa economica privata non deve recare danno alla salute e all’ambiente, e deve essere invece indirizzata e coordinata anche a fini ambientali, come sottolineato da Calogero Miccichè, avvocato amministrativista e ricercatore presso l’Università Cattolica.
In linea con i principi di sviluppo sostenibile, una corretta gestione dell’ambiente è supportata dalla ricerca di nuovi equilibri nel rapporto tra uomo e ambiente. Allo stesso modo, bisogna promuovere nuovi modi di relazionarsi tra i diversi soggetti legati ad uno stesso territorio. Paola Brambilla, coordinatrice della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale del MASE, ha espresso la necessità di implementare nuove strategie per raggiungere accordi tra i soggetti coinvolti in opere di impatto ambientale. In tale contesto, procedure di mediazione e facilitazione permettono di integrare gli interessi delle parti in situazioni di conflittualità. E’ così possibile supportare la ricerca di una soluzione condivisa tra le realtà presenti sul territorio e promuovere una coesistenza bilanciata tra esse.
Il riconoscimento normativo della mediazione come strumento efficace in queste situazioni è stato formalizzato con la pubblicazione del D. Lgs. 149/2022; eppure, come ha suggerito Riccardo Martinoli, bisognerebbe promuove un uso preventivo di questa pratica, così da intervenire prima che le pretese e le prospettive delle parti coinvolte si cristallizzino e polarizzino.
In tal senso, Nicola Giudice, responsabile del Servizio di Conciliazione di Camera Arbitrale di Milano, ha presentato come le pratiche di Facilitazione favoriscono un confronto tra i soggetti coinvolti o impattati da interventi e ne stimolano il coinvolgimento nella realizzazione del progetto stesso.
Le esperienze pratiche
Ha concluso la serie di interventi Stefania Lattuille, presentando alcuni casi pratici di mediazione ambientale e di facilitazione. Tra queste esperienze, che hanno supportato la partecipazione pubblica a progettualità ambientali, possiamo menzionare la realizzazione delle Vasche di Laminazione lungo il torrente Seveso, nelle zone di Paderno Dugnano, Varedo e Limbiate. Con azioni di informazione e creazione di momenti di discussione, la comunità ha co-progettato lo spazio delle aree inerenti insieme a tecnici e istituzioni.
Le Conclusioni
I risultati positivi emersi da queste esperienze suggeriscono la necessità di promuovere questi strumenti, in ambiti di progettualità con impatto ambientale. Le pratiche di mediazione e facilitazione sarebbero anche valorizzate se a livello normativo fossero maggiormente disciplinate e rafforzate.